In occasione del 2° anno di occupazione e di autogestione il collettivo occupante ha deciso di organizzare una serie di eventi durante tutto il mese di settembre.
PROGRAMMA (lavori in corso)
GIOVEDI 4 – ore 19:00
Presentazione del programma
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a seguire
Presentazione del libro di/con Gianni Lannes “Italia Usa e getta”
Sardegna svegliati. Nessuno ha toccato questa territorio in mezzo al Mediterraneo, se non come un conquistatore, uno speculatore o un ospite incomprensivo. Oggi, piombano qui dall’estero per cercare ancora il petrolio a danno dell’ambiente e rapinare i semi della terra, cercando di colonizzarla come una landa sperduta. I fieri autoctoni di questa isola dalla bellezza straordinaria, densa di storia e di tradizioni sono stufi dei predoni d’ogni latitudine e risma. Sono stanchi del peso dell’industria chimica. Non ne possono più di essere un laboratorio di sperimentazioni militari a danno della loro pelle.
Ificrate e i suoi peltasti w/ 3 amici immaginari
Concerto/teatro con:
Ificrate e suoi peltasti (canzoni puntadito)
Cosa risultava così ostico per la pesante falange oplitica? Proprio l’agilità degli armati leggeri su cui insiste Tucidide nei passi precedenti, che si spostano con facilità su terreni difficili e accidentati, scagliando il giavellotto e subito ritirandosi senza ingaggiare contatti frontali di particolare durata. La mobilità e pieghevolezza di tali truppe trasformò di conserva la strategia greca, tanto da portare alla lunga la fanteria leggera a giocare un ruolo sempre più centrale e non di mera copertura. Quando questi corpi di mercenari traci, inquadrati sul finire del IV secolo dal generale ateniese Ificrate, decimarono una mora dell’invitta falange spartana l’eco fu enorme e si concretizzò la rivincita di unità solitamente neglette nell’immaginario militare dell’aristocrazia greca.
Essi erano detti peltasti dal nome del piccolo scudo, in genere a mezzaluna, di cui erano dotati, la pelta appunto. Semplice da impugnare, leggera e possibile da portare a tracolla, la pelta, rispetto all’hoplon, lasciava campo libero all’occhio ed al gesto nel lancio del giavellotto. Senza spada e privi pure della pesante corazza sostituita da una corta tunica senza maniche (cui si aggiungevano il mantello di pelle d’orso e il copricapo frigio di volpe per difendersi dai rigori montani), i peltasti disponevano di due o più giavellotti della lunghezza di un metro o metro e mezzo. La loro tattica consisteva nel correre verso la falange in ordine sparso e, portatisi piuttosto vicino protetti dal piccolo scudo effettuare il colpo e ripiegare velocemente prima della lenta, stupefatta reazione della gigantesca testuggine oplitica.
Comincia insomma quella dialettica di lunga durata tra forte e debole, pesante e leggero, stanziale e nomade, conquistatore e resistente, legale e illegale in cui il secondo termine dell’aspro confronto si giova in partenza della forma strategica del raid. Questo comporta però, come visto, una modifica anche nella parte vittoriosa che tende ad inglobare in modo più o meno surrettizio le abitudini eterodosse di guerreggiare.
SABATO 6 – Dalla parte del Torto vol VIII ore 23:00
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DOPOTANGO | Musica Strumentale |
Cagliari Nel 2012 l’unione di chitarra e batteria ha dato origine ai DOPOTANGO, con l’intenzione di proporre brani originali acustici d’influenza folk e matrice rock. Nel corso dello stesso anno si è fatta pressante l’esigenza di condividere con altri musicisti questo progetto, a completamento del quale si sono inseriti il bassista e il trombettista, creando un’unione dove i gusti personali e le esperienze differenti si sposano in una miscela comune.
Emplexis | jazz/rock di Berchidda (OT),
Il gruppo berchiddese si forma nel luglio del 2012, per volere di tre giovani musicisti berchiddesi, Jacopo Calvia, Giovanni Gaias e Davide Laconi, accomunati dalla passione per la creatività musicale e l’improvvisazione. Non a caso, il nome
“Emplexis” in greco significa “intreccio”, proprio perché il repertorio del gruppo, partendo da una base che spazia dal jazz-rock al funk, arriva a mescolare queste due realtà con altri stili musicali come il rock progressivo, il rock psichedelico, il blues e il reggae. Dopo quasi un anno di attività come trio, il gruppo ha ampliato il proprio organico inserendo un basso elettrico: il nome è quello del bassista Federico Morittu, di Ozieri, il quale ha esordito nel gruppo in occasione dei festeggiamenti del Centenario della Banda Musicale Bernardo Demuro in Piazza Del Popolo a Berchidda. Tre dei componenti (Jacopo, Giovanni e Davide) fanno parte della Funky Jazz Orchestra, formazione berchiddese diretta dal trombettista Antonio Meloni, con la quale hanno avuto importanti collaborazioni quali il celeberrimo Paolo Fresu, il trombonista Mauro Ottolini e il gruppo Train To Roots, una delle più importanti realtà del panorama reggae italiano. Il gruppo può vantare alcune importanti collaborazioni: il chitarrista blues Francesco Piu, solida realtà della scena blues internazionale, e Paolino Sechi, in arte Paolinho (ex Train To Roots), col quale realizza un progetto che verrà presentato al Sardinia Reggae Festival 2014 e in alcune piazze sarde.I principali artisti ai quali il gruppo si ispira sono: Herbie Hancock, Billy Cobham, Weather Report, George Duke Band, Jamiroquai, Medesky Martin & Wood, Paolo Fresu, Led Zeppelin e altri artisti anche di generi molto diversi tra loro. Il gruppo ha suonato in numerosi locali, festival, serate in beneficenza, piazze sarde. La band nel giugno 2014 vince il primo premio al Concorso Musicale Monte Acuto col pezzo inedito “Tunnel”; a luglio 2014 pubblica la prima DEMO/ALBUM chiamata “Presa Diretta”, contenente tre brani originali e tre cover.
DOMENICA 7 – STEFANO BONI presenta HOMO COMFORT ore 19:00
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Stefano Boni : (Roma, 1970) si è dottorato a Oxford in antropologia e ha svolto ricerche sul campo dapprima in Ghana, poi in Venezuela e Italia. Attualmente insegna Antropologia culturale e Antropologia politica presso le Università di Modena e Reggio Emilia. Ha pubblicato saggi in antologie e riviste specialistiche ed è autore, tra l’altro, di Le strutture della disuguaglianza (Angeli, 2003).
Homo Comfort:
«Siamo sempre più dipendenti da protesi e trattamenti che ci tengono in vita, ma che riducono la nostre capacità di goderla». ( Serge Latouche )
La vita comoda piace a tutti, ma è proprio questa accettazione generale e acritica che va interrogata per comprendere i cambiamenti epocali indotti dall’imperante ipertecnologia. Prepotentemente entrata nella nostra routine quotidiana, la comodità è diventata non solo uno stile di vita ma anche un modo di conoscere che ha plasmato la cultura materiale e gli stessi modelli valutativi. Si configura dunque come un fatto sociale totale che ci consente di indagare la cesura antropologica che ha dato vita a una forma inedita di umanità: l’Homo comfort. Un’umanità che va liberandosi dalla fatica e dal dolore, ma che al contempo perde facoltà sensoriali e abilità conoscitive costruite nel corso dei secoli, diventando sempre più dipendente da una tecnologia che usa ma non conosce. Si delinea così un nuovo modo di stare-nel-mondo che risulta sì comodo, ma anche funzionale al mantenimento dell’ordine stabilito
SABATO 13 – READING POETICO | VINCENZO COSTANTINO CHINASKI con Alessandro Zolo (Contrabbasso)
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Vincenzo Costantino, conosciuto come CINASKI, soprannome dovuto ad un retaggio adolescenziale dal 1980, nasce a Milano nel 1964. Frequenta le scuole dell’obbligo sino alla maturità scientifica e contemporaneamente frequenta i mondi di periferia milanese, coltivandone pregi e difetti . Si iscrive all’ università statale di Milano alla facoltà di lingue e letteratura straniera per poi abbandonarla dopo tre anni di mala frequentazione. Tra i molteplici lavori Costantino annovera collaborazioni con alcune testate giornalistiche underground di letteratura, una breve esperienza giornalista per un giornale del sud Milano ( l’Eco) e centinaia di nottate a farsi domande. Nel 1994 c’è l’incontro umano e letterario con Vinicio Capossela da cui nascerà un’amicizia duratura e sincera che sfocerà in un reading/tributo a John Fante / (Accaniti nell’ accolita) e successivamente in un libro scritto a quattro mani con Capossela edito da Feltrinelli nel 2009 : IN CLANDESTINITA’- Mr Pall incontra Mr Mall oltre a centinaia di nottate a farsi domande.Dopo l’esperienza di una pubblicazione sotterranea e filantropica di Luciano Murelli nel 2000, di una raccolta poetica che riscuote un buon successo sotterraneo nel 2010 pubblica per Marcos y Marcos la sua prima ufficiale raccolta poetica dal titolo CHI E’ SENZA PECCATO NON HA UN CAZZO DA RACCONTARE, raccolta che riscuote un ottimo successo di vendite e conferme della particolarità del personaggio Cinaski. Vincenzo Costantino ama tanto scrivere quanto leggere e numerosissime sono le sue performance di letture musicate in giro per l’Italia con la complicità di diversi compagni di Viaggio iniziando dallo stesso Capossela, poi Folco Orselli ( cant-outsider eterno amico ) e in ultimo il complice fratellino, nonché produttore artistico del prossimo disco Francesco Arcuri. Dopo aver animato per 5 anni( 2001/2006) i lunedì notturni dei Milanesi con la banda del Caravanserraglio, esperienza di interazione delle arti e dei mestieri, comincia una lunga attività di recital dal vivo nei luoghi più disparati del paese portando storie, poesie all’insegna della potabilità e della condivisione. La poesia vestita di musica entra così nei bar, nelle osterie e anche nei teatri coraggiosi, dovunque ci siano orecchie e occhi incontaminati dalla distrazione.Continua questo percorso, questo errare poetico, passato anche dalla triennale di Milano a novembre del 2011, coltivando amicizie e attestati di stima sempre più numerosi che lo incitano a non mollare e a continuare a scrivere e a leggere, come gli dice uno dei suoi più grandi estimatori e amico d’oltre oceano, Dan Fante ( figlio di John) : “Vincenzo tu sei il mio poeta italiano preferito, keep writing, do no stop, keep writing…you are a gift.” E come un regalo Vincenzo continua, in attesa di essere “scartato”, a portare poesia nei posti più nascosti del paese, dove la poesia si nasconde e va scovata. A ottobre del 2012 è prevista l’uscita del suo primo disco di poesie musicate o di canzoni recitate, autoprodotto con la complicità di Gibilterra e la produzione artistica di Francesco Arcuri.
VENERDI 19 -Presentazione del libro: “CELLA 21 – Il lungo cammino verso la dignità”, di BAINZU PILIU, Susil Edizioni, Giugno 2014. Introduce Anghelu Marras de Su Tzentru Curturale “Nino Gramsci”, espone BAINZU PILIU.
“ … resto convinto delle mie idee e sino a quando ne avrò la forza continuerò la mia battaglia ….” L’Autore, fondatore del F.I.S. (Fruntene pro s’Indipendentzia de sa Sardigna), fu protagonista – negli anni ’80 – di una grande inchiesta giudiziaria sull’indipendentismo sardo. Fu processato, insieme ad altri 27 imputati, e condannato per “cospirazione” contro lo Stato italiano, a quattro anni di carcere. Questo “testo” presenta la rievocazione critica delle sue esperienze umane e politiche. Dopo gli interventi introduttivi, l’Autore risponderà alle domande del pubblico sui temi esposti.
A ZENT’ANNI – 27 SETTEMBRE
PAOLO PASI – prensentazione de “Ho Ucciso Un Principio vita e morte di Gaetano Bresci l’anarchico che sparò al re”
Paolo Pasi (Milano, 1963)
giornalista e scrittore, nel 1995 vince la prima edizione del premio giornalistico Ilaria Alpi e dal 1996 lavora in Rai come redattore del TG3. Ha inoltre scritto numerosi romanzi, tra cui Ultimi messaggi dalla città (2000), Le brigate Carosello (2006), L’estate di Bob Marley (2007) e i più recenti Memorie di un sognatore abusivo (2009) e Il sabotatore di campane (2013), usciti per le edizioni Spartaco. Pasi è anche chitarrista e compositore, e fa parte della giuria del premio musicale Piero Ciampi.
Ho Ucciso Un Principio :
29 luglio 1900: i tre colpi di pistola che hanno cambiato la storia d’Italia.
Nell’afa di una Milano ancora intontita per le cannonate che il generale Bava Beccaris ha sparato sulla folla inerme, un tessitore anarchico di trent’anni aspetta il suo momento. È appena tornato dall’America, dove è emigrato per sfuggire alla miseria e alle persecuzioni, e ha con sé una rivoltella appena comprata a New York. Il suo obiettivo è il petto pieno di medaglie di Umberto I di Savoia, quello che la retorica monarchica chiama il Re Buono e che il popolo ha invece ribattezzato Re Mitraglia dopo i morti di Milano, e della Sicilia, e della Lunigiana… I tre colpi che Gaetano Bresci spara al cuore del re non colpiscono solo il singolo ma anche la sacralità del suo potere. E il quarto colpo, quello non esploso, Bresci sa di averlo sparato contro se stesso. Percosse, isolamento, deprivazione sono quello che si aspetta. Forse anche l’omicidio camuffato da suicidio. Ma a Monza quella sera di luglio la mano del tessitore anarchico non trema.
Concerto e Dj set da definire.