Presentazione del Programma – appuntamento con Gianni Lannes – Spettacolo puntadito pirotennico

presentazione di A zent'anniGIOVEDI 4 – ore 19:00
Presentazione del programma
a seguire

Presentazione del libro di/con Gianni Lannes “Italia Usa e getta”
Sardegna svegliati. Nessuno ha toccato questa territorio in mezzo al Mediterraneo, se non come un conquistatore, uno speculatore o un ospite incomprensivo. Oggi, piombano qui dall’estero per cercare ancora il petrolio a danno dell’ambiente e rapinare i semi della terra, cercando di colonizzarla come una landa sperduta. I fieri autoctoni di questa isola dalla bellezza straordinaria, densa di storia e di tradizioni sono stufi dei predoni d’ogni latitudine e risma. Sono stanchi del peso dell’industria chimica. Non ne possono più di essere un laboratorio di sperimentazioni militari a danno della loro pelle.
Ificrate e i suoi peltasti w/ 3 amici immaginari

Concerto/teatro con:

Ificrate e suoi peltasti (canzoni puntadito)
Cosa risultava così ostico per la pesante falange oplitica? Proprio l’agilità degli armati leggeri su cui insiste Tucidide nei passi precedenti, che si spostano con facilità su terreni difficili e accidentati, scagliando il giavellotto e subito ritirandosi senza ingaggiare contatti frontali di particolare durata. La mobilità e pieghevolezza di tali truppe trasformò di conserva la strategia greca, tanto da portare alla lunga la fanteria leggera a giocare un ruolo sempre più centrale e non di mera copertura. Quando questi corpi di mercenari traci, inquadrati sul finire del IV secolo dal generale ateniese Ificrate, decimarono una mora dell’invitta falange spartana l’eco fu enorme e si concretizzò la rivincita di unità solitamente neglette nell’immaginario militare dell’aristocrazia greca.
Essi erano detti peltasti dal nome del piccolo scudo, in genere a mezzaluna, di cui erano dotati, la pelta appunto. Semplice da impugnare, leggera e possibile da portare a tracolla, la pelta, rispetto all’hoplon, lasciava campo libero all’occhio ed al gesto nel lancio del giavellotto. Senza spada e privi pure della pesante corazza sostituita da una corta tunica senza maniche (cui si aggiungevano il mantello di pelle d’orso e il copricapo frigio di volpe per difendersi dai rigori montani), i peltasti disponevano di due o più giavellotti della lunghezza di un metro o metro e mezzo. La loro tattica consisteva nel correre verso la falange in ordine sparso e, portatisi piuttosto vicino protetti dal piccolo scudo effettuare il colpo e ripiegare velocemente prima della lenta, stupefatta reazione della gigantesca testuggine oplitica.
Comincia insomma quella dialettica di lunga durata tra forte e debole, pesante e leggero, stanziale e nomade, conquistatore e resistente, legale e illegale in cui il secondo termine dell’aspro confronto si giova in partenza della forma strategica del raid. Questo comporta però, come visto, una modifica anche nella parte vittoriosa che tende ad inglobare in modo più o meno surrettizio le abitudini eterodosse di guerreggiare.